Design Thinking: to transform Words into Worlds -and viceversa

Robertagiulia
3 min readAug 6, 2019
Abbazia di San Galgano — foto scattata nel 2013

È tutto fragile e ci vuole un niente per vederlo. Il difficile è fare qualcosa, o anche solo provarci, per renderlo un pelo meno debole.

Passi settimane e mesi e poi anni a correre di qua e di là inseguendo mete che nove volte su dieci nemmeno hai a fuoco — o non come ti racconti; ogni tanto ti fermi, magari perché stai leggendo un libro, o vedi qualcosa che ti fa pensare, e ripianifichi, di nuovo immagini cosa fare e come e quando; ogni tanto qualcuno che ami se ne va, per un po’ o per sempre, per caso, oppure scelta (tua, sua, di altri), o magari sfiga.

Muore un amico, un amico giovane, che sentivi tutte le settimane e al quale hai promesso mille cene, duemila pranzi, continuamente rimandati. Si ammala un’amica con la quale avresti dovuto parlare da un pezzo e ti rendi conto che non è di te che ha bisogno, soprattutto non ora. Un’altra smette di lasciarsi nutrire e tu lo vieni a sapere solo dopo il funerale. Si spegne una zia che non andavi a trovare per non litigare con le badanti che la terrorizzavano.

Vai avanti. La vita continua.
È di nuovo estate, caldo, caldissimo, l’afa ti uccide, accelera i battiti, rallenta i movimenti. Un sabato stai camminando con il tuo lupo lungo l’anello di una pista da sci di fondo, sei in montagna. Il lupo è al guinzaglio, il guinzaglio è lungo, ti avvicini al fiume, forse lui mangia qualcosa tra le foglie, tu non lo vedi finché, mezz’ora più tardi, il lupo inizia a salivare come non ha mai fatto, si lecca il muso, ti guarda e tu ti immagini ti stia chiedendo aiuto. Chiami la tua amica farmacista che ti manda da un collega, chiami il tuo compagno che si fionda giù dal monte e insieme cercate di impedire che il lupo muoia. Ammesso che possiate, che non sia troppo tardi, che stiate facendo la cosa giusta o almeno una non troppo sbagliata. Sembra stia meglio. Torni a casa e trovi la gattina che soffre e ha un odore che hai già sentito ma al quale non vuoi pensare. Non capisci finché non vedi che ha una zampina aperta: il collare di traverso le ha aperto la carne sotto l’arto anteriore, infilandosi nella carne e la ferita è brutta. Molto.
Il lupo è a terra. Lui l’odore l’ha sentito subito. Lui l’istinto ce l’ha ancora, e con quello decodifica i segnali come tu non riesci a fare.

Pensi ai segnali. Pensi a quante volte nell’ultimo bimestre hai usato la parola empatia e poi ti chiedi perché sia così difficile applicarla. Perché sia così complicato parlarsi, ascoltarsi — soprattutto — farsi domande, dire le cose come stanno, chiedere, aprirsi.

Pensi alle percezioni.

A te che dici bianco e a chi ti sente che coglie nero e viceversa.
Pensi a quello che credi di dire, con tutte le migliori intenzioni, e a quello che invece arriva.

Pensi alla comunicazione e alle sue barriere.

Ai muri che costruiamo da soli senza nemmeno vederli.
Pensi ai filtri che mettiamo tra noi, i nostri messaggi e i destinatari che invece di raggiungere allontaniamo.

Pensi ai numeri, alla redditività, al ROI, a Roi, a tutti i libri che hai letto, e scritto, corretto e rifiutato, e alle persone che ci sono dentro. Pensi alle loro vite, ai loro sogni, alle paure che hai visto e a quelle che non vedrai mai.

Pensi a una metafora che hai usato ieri.
Il problema di un cliente è una cicatrice che allontana i clienti che arrivano da lui ma non comprano perché c’è un filtro che glielo impedisce. La cicatrice riguarda il messaggio, il linguaggio che usa per comunicarlo ai suoi destinatari.
Trucco, chirurgia e rigenerazione cellulare sono le tre strade per rimuovere la cicatrice.
Il trucco è una lucidata all’aspetto (Visual).
La chirurgia estetica copre la cicatrice con pezzi di pelle presi altrove (Copy).
La rigenerazione cellulare è il pensiero organico che cambia il linguaggio (Design Thinking to trasform words into worlds and viceversa).

Di nuovo pensi che sia tutto molto fragile e che l’unica cosa che possa rendere questo tutto (e gli altri) un po’ meno debole è l’empatia.

Per capire gli altri, ti dici, tocca smettere di pensare di essere divisi, di essere noi di qui e loro di là, di essere una parte fuori dal tutto.

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Robertagiulia

<<We turn world into words. And viceversa.» #Writer #DesignThinker